Quando un brand esporta beni o servizi, spesso si concentra su logistica, export e ...
Quando pensano di esportare i propri beni e servizi, molti brand iniziano a parlare di logistica, export e vendite. Internazionalizzare però non significa solo tradurre il proprio sito web. Significa tradurre (etimologicamente parlando: portare dall’altra parte) la propria reputazione in un contesto culturale e legale completamente diverso, dove le regole (e i rischi) non sono quelli di chi gioca in casa.
Pensa global, parla local, agisci glocal
Avere il miglior prodotto su piazza, individuare un buco di offerta nel mercato target, efficientare la logistica; tutti parametri imprescindibili, ma non saranno sufficienti ad alzare le vendite e far fiorire la tua attività fuori dai confini domestici. Senza l’individuazione del target e delle sue marche socio-culturali, il brand semplicemente non avrà appeal. In poche parole, quando si pensa global, non c’è da dimenticare il valore del local.
Il rischio culturale e il glocal marketing
Un aspetto da non sottovalutare nella traduzione d’azienda in un contesto internazionale è rappresentato dal temibile rischio di gaffe sul piano sociale e culturale. Un naming che, in contesti esteri, può avere un significato offensivo o una campagna pubblicitaria “sorda” nei confronti del contesto target; sono errori che ti faranno apparire non solo fuori luogo, ma anche alieno, distaccato, persino disinteressato e poco autentico.
Le grandi corporate ci insegnano le migliori pratiche di localizzazione di mercato, a partire dall’adeguamento dei gusti nel settore alimentare – McDonald’s tra tutti è un caso che fa scuola, con i suoi menù pensati ad hocper i diversi paesi del franchise – fino all’inseguimento dell’immaginario del consumatore – come nel caso delle campagne FIAT 500 negli Stati Uniti, che puntano sulla nostalgia nel mercato nostrano ma che esaltano il design vintage e l’italianità in quello statunitense.
Non solo marketing: rischio reputazionale, corporate branding e country brand reputation
Internazionalizzare non significa però solo parlare al consumatore; significa prima di tutto parlare la stessa lingua di investitori e stakeholder. Se è vero che il Made in Italy è già un buon biglietto da visita per molti settori aziendali e industriali, non è di certo sufficiente ad esportare un business. Inutile dirlo: senza contatti, senza investimenti e con zero credibilità, si resta fermi al via. C’è quindi bisogno di cambiare prospettiva: ricordarci di esportare il brand prima ancora del prodotto.
Come farlo? Tenendo conto dei diversi rischi legali della legislazione estera e curando la propria reputazione aziendale sui canali target. La Web Reputation e la Privacy sono gestite diversamente nel mondo: un sito non conforme al GDPR è un problema in UE, ma un sito non conforme al CCPA (California) o alle leggi sulla censura in altri paesi è un rischio diverso. In questo campo, gli obblighi di compliance e la trasparenza sono fattori da tenere sotto stretta sorveglianza.
Strategie di crescita: benchmarking e analisi reputazionale
La soluzione a questi problemi è un’analisi reputazionale preliminare, aspetto che da noi in SIRO Consulting è di vitale importanza e su cui abbiamo acquisito competenze specifiche. Due step fondamentali sono il benchmarking e l’OSINT (Open Source Intelligence). Queste strategie vanno ripartire su tre soggetti: occorre verificare la propria situazione reputazionale nel paese d’esportazione, quella dei competitor nel mercato di riferimento e infine condurre un’analisi circa la percezione della reputazione nel contesto culturale estero.
Buone pratiche, queste, che permettono all’azienda di comprendere come il nuovo pubblico percepisce i propri valori prima ancora di lanciare il prodotto e comprare il biglietto aereo.
Conclusioni
L’internazionalizzazione, in sintesi, è forse l’esame più complesso per la reputazione di un brand. Arrivare impreparati in un nuovo mercato non è un rischio calcolato, è una passività strategica.
Le analisi preliminari non sono un costo opzionale, ma l’investimento fondamentale che protegge tutti. Non servono a “comprare” la reputazione, ma a costruirla su fondamenta solide, legali e culturalmente consapevoli, determinando al tempo stesso un vantaggio competitivo.
Navigare queste acque complesse richiede una guida esperta. In SIRO Consulting, agiamo come un partner strategico per assicurare che il vostro brand non solo arrivi nel nuovo mercato, ma che vi possa prosperare in modo etico, legale e, soprattutto, reputazionale.