Coronavirus, quarantena e smart working: come cogliere la sfida e l’opportunità del digitale

Cosa può insegnarci questo Coronavirus? Quali effetti positivi può lasciarci un evento tanto catastrofico? ...


“Le sfide ti fanno scoprire cose su te stesso che nemmeno conoscevi. Esse sono ciò che fa estendere il meccanismo, ciò che ti fa andare oltre la norma” dichiarava in una famosa citazione il Premio Oscar Cicely Tyson un po’ di tempo fa. Ed è indubbio che, oggi, ci troviamo tutti quanti davanti a una fondamentale e allo stesso tempo inedita sfida, quella dell’emergenza Coronavirus.

Cosa può insegnarci questo Coronavirus? Quali effetti positivi può lasciarci un evento tanto catastrofico? Come possiamo rialzarci davanti ad una prova così dura? Un modo c’è, ma non è semplice. Ma proprio le scelte obbligate determinano tanti cambiamenti. 

E-commerce, web reputation, formazione online...parole che ora entrano con forza nella nostra vita. 

Cerchiamo di prendere in considerazione alcuni importanti dati che analizzano le vendite online di prodotti di largo consumo [1]. Leggendo i report di Nielsen dell’ultimo mese risulta evidente come ci sia stato un aumento vertiginoso, addirittura un +80% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, per quanto riguarda le vendite online. I decreti governativi che impongono delle ferree restrizioni alla mobilità hanno fatto sì che le nostre abitudini riguardo gli acquisti venissero radicalmente modificate. Queste modifiche ci spingono a riflettere e a capire fino in fondo l’importanza del digitale in soli due mesi, come non abbiamo fatto mai davvero in 20 anni! 

L’innovazione e la digitalizzazione forzate hanno innescato un processo di cambiamento radicale, diremmo quasi paradigmatico, che non può e non deve essere bloccato. Le aziende e le attività commerciali non avevano mai dovuto affrontare la situazione che si è prospettata in seguito alla pandemia, ossia la quasi totale assenza di mercato. Accanto a questa assenza non è mancata però la necessità di soddisfare i bisogni delle persone vendendo loro ciò che cercano, soprattutto per poter sostenere quei costi aziendali fissi che sono la base della sopravvivenza dell’azienda stessa. L’unico modo fattivo da poter prendere in considerazione, quindi, è stato il digitale.

Qual è allora la sfida di SIRO Consulting? Dimostrare che praticamente qualsiasi professione ha la sua declinazione al digitale. Noi l’abbiamo sempre saputo, ma mai come ora possiamo vedere quanto questa affermazione sia vera. Anche le libere professioni, che nell’accezione comune sono sempre sembrate non idonee a seguire la rivoluzione digitale, risultano oggi, agli occhi di tutti, facilmente declinabili in questo senso. Per loro infatti la rete può essere sfruttata in termini di consulenze, tutoraggio, corsi di formazione. Ciascuna di queste cose non necessita della presenza fisica del professionista e del fruitore, ma può tranquillamente essere svolta da remoto.

Pensate che addirittura gli agenti di vendita immobiliare, dotandosi di video di buona qualità, possono condurre trattative online e proseguire il proprio lavoro senza la necessità inderogabile della presenza fisica. O ancora, i commercianti che, invece, dotandosi di un e-commerce possono affiancare al negozio fisico quello digitale, di modo che anche quando si ritornerà alla normalità si avrà la possibilità di mantenere entrambi i canali per implementare le vendite. 

E-commerce e Social Network, ad esempio, rappresentano delle immediate soluzioni, possono dare buoni risultati economici se si è in grado di veicolare il giusto messaggio per il giusto utente nel momento più opportuno. 

In questo momento è importante che i commercianti, gli artisti, gli artigiani, i professionisti mantengano una relazione forte con i propri clienti condividendo video e dispensando consigli online, continuino a preservare una  solida e positiva web reputation nel web.  

Consensualmente va fatta un’analisi di target e bisogni sempre grazie al digitale.

Questa è una consapevolezza ben radicata all’interno di realtà come la nostra o di chiunque abbia avuto a che fare, anche trasversalmente, con processi di digitalizzazione, seppur basici. Ma questo particolare contesto storico ha fatto sì che la stessa consapevolezza si allargasse a tutti i professionisti e le aziende che finora si erano giudicate “immuni” da tali processi, perpetuando le tradizionali logiche commerciali e operative.

Per attuare tutti questi cambiamenti, però, di cosa c’è bisogno?  C’è bisogno di una più diffusa alfabetizzazione digitale che fornisca a una fetta sempre maggiore di professionisti gli strumenti per potersi aggiornare e rendere le proprie aziende al passo con i tempi. Proprio questo sembra essere il momento giusto, vista la necessità di dover trovare delle soluzioni digitali a problemi reali. Forse solo adesso, che ce n’è realmente bisogno, siamo pronti ad attuare un cambio di paradigma imparando più capillarmente a usare degli strumenti di cui già disponiamo da tempo.

Purtroppo, la situazione è piuttosto complessa sul lato dello smart working perché ancora non sono moltissime le persone in grado di attuare questo metodo con profitto e tanti professionisti si sono dovuti improvvisare. Smart working, infatti, non significa solo cercare di sostituire con software per chattare o videochiamare quello che è il rapporto di persona del lavoro tradizionale, ma è invece riorganizzare i flussi di lavoro in modo più produttivo per implementare l’apporto che ogni singolo individuo può dare al progetto aziendale su cui sta lavorando. Significa avere la volontà di imparare tecniche di lavoro innovative da poter poi utilizzare anche nel futuro impiego in ufficio.

Prima di scaricare dei software e improvvisarsi smart worker bisogna fare formazione. Essere pronti a saper usare gli strumenti digitali che abbiamo a disposizione, essere focalizzati, saper sfruttare i canali di comunicazione, avere a mente quali siano i fondamentali aspetti legali di cui bisogna tenere conto (soprattutto per quanto riguarda la privacy [2]). 

Il momento corrente rappresenta, quindi, un’occasione perfetta per poter fare un balzo in avanti nella metodologia di lavoro, ridefinendo i processi organizzativi e ottimizzando la produttività, per ripartire in maniera decisa una volta che questo assurdo momento che stiamo vivendo sarà finito.

Simona Petrozzi

[1] Analisi Nielsen consultabili a questo link: https://www.nielsen.com/it/it/insights/

[2] https://www.siroconsulting.com/post/598/privacy-e-contenimento-del-coronavirus