Web reputation e associazioni mentali

Oggi ti parlerò di come le associazioni mentali siano alle base della comunicazione del ...


Oggi ti parlerò di come le associazioni mentali siano alle base della comunicazione del mondo del web. Conoscere questa tecnica non ti permetterà solo di utilizzarla quando necessario, ma anche e soprattutto di saperla riconoscere e difendersi efficacemente da essa. Il problema sorge quando si scopre che questo processo può essere indotto con estrema facilità e nel giro di pochi secondi, senza l’utilizzo di alcuna tecnica psicologica articolata. La mente è talmente abituata a fare associazioni che ormai non ci pensa nemmeno più, è disposta a dar per buone quelle che gli vengono proposte. Questo processo si chiama economia cognitiva, la mente cerca di raccogliere energie e fare meno sforzi possibili semplicemente associando gli stimoli che vengono dall’esterno con le conoscenze che abbiamo all’interno, semplificando al massimo qualsiasi cosa.

 Facciamo un esempio di associazione illogica che possiamo attuare scorrendo un profilo on line di qualche nota azienda: “la nostra azienda è la più esperta nel settore..  (quindi siamo una compagnia aggiornata e sicura)”. Viene utilizzata molto spesso, ma non c’è motivo per il quale una marca debba essere migliore solo perché dice di essere più esperta. Non ci dice in maniera diretta quali sono i requisiti che rendono l’azienda  migliore, però ci dice che è esperta, e induce nel nostro inconscio l’associazione positiva.

Basterebbe un attimo di riflessione, per comprendere che questa associazione non ha un nesso di causa ed effetto, ma le ragioni del nostro inconscio molto spesso vincono sulle ragioni della mente razionali, proprio perché il magico mondo delle emozioni vince su tutto.

Immaginiamo ora di applicare questa tecnica al web, in particolar modo ai social dove possiamo commentare foto e scambiare pareri su ogni tipo di materiale postato. Ad esempio immaginiamo il commento su un profilo Facebook: “che capelli strani che ha quell’uomo, dev’essere proprio stupido!”

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In questo caso l’associazione è fatta fra lo stile dei capelli e l’intelligenza della persona.  In questo caso il commento espresso scredita la persona che espone una tesi in qualsiasi modo, da questa deriva l’associazione che le tesi espresse da quella persona non hanno senso perché dette da lui. Il che può essere  vero in parte (non mi faccio dare consigli di moda da uno che va al supermercato con quei capelli),ma non è detto che non abbia una grande conoscenza su qualche settore del sapere..

Quindi come ci si può difendere da questo meccanismo di associazione mentale?

Se si pensa con attenzione a quello che la gente dice – commenta – sottoscrive è abbastanza semplice riconoscere un’associazione, proprio perché ha dei caratteri che non possono essere confusi con nient’altro. A questo punto devi capire se l’associazione che hai fatto ha senso oppure no, se è opportuno credere in quell’associazione e riconoscere se è un pregiudizio e se sia necessario raccogliere maggiori informazioni prima di emanare sentenze.

Paradossalmente è questo il punto più difficile: talvolta l’associazione è orchestrata così bene che, seppur riconoscibile, sembra naturale. Si può ovviare a questo problema isolando completamente la prima idea che fa partire l’associazione, ed elencare brevemente a mente cosa comporta e quali sono le associazioni più probabili.

Ad esempio, riprendendo l’esempio dei capelli stravaganti: possono denotare una scarsa cura o poco gusto, non scarsa intelligenza. Questo da solo basterà per metterti al riparo da molte manipolazioni mentali che nel web possono avvenire più di quanto possiamo immaginare.!

Riflettete sul fatto che per aziende e anche singoli utenti, si parla molto di Web Reputation, definita come l’insieme di commenti e opinioni espressi sul web su di noi. Le aziende sono da sempre interessate alla percezione che il pubblico ha del loro brand, tanto da commissionare numerosi e frequenti studi statistici sui consumatori per stabilire l’idea generale che il pubblico associa al loro marchio. I singoli sono invece interessati alla privacy e alla tutela del proprio buon nome.

La diffusione dei social network, e di tool ad essi collegati, se da un lato aumenta la possibilità per il consumatore di esprimere giudizi che hanno molta visibilità su di un prodotto o servizio, (si pensi alle recensioni su TripAdvisor, piattaforma interamente basata sulla qualità percepita dal cliente) dall’altro permette di manipolare il giudizio virtuale  dell’altro, e agire in modo oculato per creare e mantenere una reputazione solida e positiva.

Quindi ognuno di noi deve avere la responsabilità  e il rispetto nel commentare i fatti altrui. Naturalmente esprimendo il proprio punto di vista ma meglio se esposto meglio s con classe ed educazione. In quanto l’idea fatta su quel dato evento o prodotto o persona non è altro che il frutto di associazioni che possono essere positive o negative.

Grazie.

                                                                                 

Dott.ssa Elisa Marcheselli

Psicologa

Psicoterapeuta breve strategica

Psicodiagnosta Rorshach

Problem solver delle organizzazioni aziendali

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