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L’uomo è un "animale sociale" ed Aristotele già nel IV secolo A.C. usò questo ...


L’uomo è un "animale sociale" ed Aristotele già nel IV secolo A.C. usò questo concetto per rappresentare quanto ogni essere umano è strettamente legato al contesto sociale di riferimento ed al riconoscimento positivo che può ricevere da esso.

Con l’avvento dell’Illuminismo ed in seguito con la corrente filosofica detta "Positivismo", è stato ancor più studiato il legame reciproco ed imprescindibile esistente tra individuo e società.

La psicologia sociale insieme alla sociologia sono materie scientifiche attinenti a queste tematiche ed hanno in maniera sempre più approfondita studiato la reciprocità esistente tra individuo e società, in ogni settore.

E’ quindi importante tenere conto del fatto che il bisogno di riconoscimento sociale che ciascun individuo naturalmente possiede comporta come diretta conseguenza la strutturazione e l’ impersonificazione di una precisa "personalità culturale".

Una personalità complessiva questa che- oltre da una individuale realtà costruitasi attraverso il personale sviluppo psicologico, affettivo, relazionale ed emotivo- è connotata dalla adesione a quello che possiamo definire l’essenza dei diversi modelli e valori caratteristici della cultura antropologica di riferimento; contribuendo così a fornire all’individuo una riconoscibilità positiva.

Ogni individuo costruisce perciò anche attraverso questo processo, condiviso con gli altri membri del gruppo di appartenenza, l’autostima e la positiva Immagine di sé . Nel contesto dei diversi settori di riferimento ed in ragione della reciprocità di questi diversi contesti, infatti, un individuo realizza la sintesi di una realtà personale in cui la immagine di sé ed il concetto di sé diventano anche rappresentazione di un adattamento e riconoscimento positivo che viene dall’esterno .

Anche all’interno del mondo lavorativo grande influenza avrà per ciascun soggetto il mantenimento di una positiva e riconosciuta Immagine di Sé; perché la qualità positiva o negativa del ruolo e della funzione di una persona contribuirà pertanto a condizionare la sua propositività e visibilità sul mercato del lavoro, influenzerà la 2

sua leadership; comportando conseguenti ricadute positive sulla percezione della propria individualità. Infatti anche con la crescita di una cultura del lavoro e della sua organizzazione pratica, si è portati sempre più a considerare come il contesto lavorativo –con l’insieme di tutte le ore di vita che ognuno giornalmente gli dedica- sia un contesto nel quale ciascun individuo può esprimere le proprie capacità e riceverne il dovuto riconoscimento

Fino all’epoca precedente a quella che viene definita " globalizzazione" la risposta e la specificità dell’adattamento positivo riconduceva la adesione dell’individuo a schemi comportamentali e a modelli morali ed ideali propri e prevalenti nel gruppo di appartenenza. Schemi e modelli ,quindi, comunque genericamente inferenti ad uno specifico e se vogliamo circoscritto contesto sociale; anche quando veniva comunicata all’esterno l’eventuale presenza di problemi, di errori, di fratture interne, di criticità .

A partire dagli anni 1990, con il diffondersi dei mezzi di comunicazione di massa e con l’omologazione di un approccio ampliato e facilitato delle informazione ,a tutti ed a tutti i livelli ed in ogni settore, si è pervenuti in pochi decenni ad una dimensione globalizzata anche dell’informazione oltre che della condivisione di giudizi e di costumi sociali.

Una dimensione questa che spesso privilegia l’esteriorizzazione e lascia di fatto l’interiorizzazione o la conoscenza dettagliata di un evento alla coscienza o alla volontà di approfondire del singolo individuo. Secondo un insieme assai ampio di fenomeni, connessi con la crescita dell’integrazione economica, sociale e culturale tra le diverse aree del mondo che comporta come conseguenza una veloce ed inarginabile diffusione e condivisione di notizie e valutazioni.

Notizie e valutazioni che in taluni casi comporteranno giudizi negativi e squalificanti rispetto ad un soggetto : e si realizzerà così una dequalificazione "a tutto tondo" del singolo individuo, inducendo uno stigma. Con ricadute pesanti e psicologicamente destabilizzanti sulla immagine del soggetto, che comporteranno complessivi effetti 3

distruttivi a carico di una precisa identità; effetti che peseranno oltre che nello stretto contesto lavorativo anche nel contesto familiare ed amicale, coinvolgendo quindi diversi contesti interattivi di una persona.

Depressione, senso di fallimento e di inutilità sono alcune tra le dilaganti problematiche psicologiche che si andranno a costruire nella realtà personale di un individuo, con conseguenze emotive laceranti.

Una drammatica condizione emotivoaffettiva questa infatti che se non adeguatamente sostenuta e gestita coinvolgerà negativamente l’individuo rispetto anche alla qualità e alla realtà delle diverse relazioni affettive e familiari.

Relazioni affettive queste che per la loro significatività di norma offrono la primaria forma di gratificazione e riconoscimento ad un individuo, e che contribuiscono anche ad equilibrare l’immagine esterna e quindi sociale e lavorativa di una persona.

E si ricordi che accade e non di rado che le relazioni affettive si destrutturino anche per la nostra incapacità di continuarle a vivere in maniera coerente , senza quei ripiegamenti su sé stessi che vengono attuati nel timore di perdere la propria dimensione .

Proprio in una situazione di questo tipo più che mai andrà recuperato e contenuto l’effetto autodistruttivo che una esperienza di questo tipo implica, e andrà perciò implementato un item operativo che oltre al recupero di una reputazione relativa al contesto professionale contempererà anche il recupero e la conservazione della stabilità affettiva della singola realtà personale.

Dott.ssa Maria Rita Accatino
Psicologo-psicoterapeuta
Psicologia familiare, psicologia giuridica, psicologia del lavoro, ipnosi
Consulente Tecnico d’Ufficio del Tribunale Civile e Penale di Roma, del Tribunale per i Minorenni di Roma e della Procura di Latina

dottaccatino@hotmail.it